Felice Massaro

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117. Tutte queste considerazioni convien fare, quando si cerca che cosa è il decoro. E innanzi tutto è necessario stabilire bene chi e quali vogliamo essere, e quale istituto di vita abbracciare: determinazione difficilissima oltre ogni dire. Perché, appena giovane, quando la forza della ragione è più debole, ciascuno si sceglie quel modo di vivere di cui si è maggiormente...

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116. I più prendono quella carriera, nella quale il padre o i loro genitori si segnalarono, e si studiano di farvisi onore anch’essi, come fece Q. Mucio, figliuolo di Publio, nella scienza delle leggi, e Scipione Affocano, figliuolo di Paolo Emilio, nell’arte della guerra. Vi sono alcuni, però, che alle glorie ereditate dai padri, ne aggiunsero qualcuna tutta propria, come,...

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115. A quelle due, sulle quali mi sono già soffermato, se ne aggiunge una terza, che il caso o le circostanze ci assegnano; ed anche una quarta, che noi stessi liberamente ci eleggiamo. Perchè il regno, il comando, le notabilità, le ricchezze, la potenza, come anche i loro contrari, sono in balia del caso e dipendono dalle circostanze; ma quella...

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114.  Ciascuno, dunque, ben conosca la propria indole e sia giudice attento e oculato delle proprie virtù e dei propri difetti, perché non sembri che gli attori siano più prudenti di noi. Gli attori, infatti,non scelgono i drammi migliori bensì quelli più adatti alle loro capacità: coloro che confidano nella voce preferiscono gli Epigoni e il Medo, coloro che confidano...

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113. Quante cose non sopportò Ulisse in quel suo lungo girovagare per i mari, fino a ridursi a servire le donne, se donne possono chiamarsi Circe e Calipso, ingegnandosi in ogni suo discorso a mostrarsi cortese con chiunque. Nella sua stessa casa, poi, sopportò perfino gli oltraggi dei servi e delle ancelle, pur di raggiungere alla fine il suo intento....

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E questa diversità d’indole è di tale conseguenza che, per essa, talora, uno deve darsi la morte e un altro, nella sua stessa condizione, non deve. La condizione di Catone fu, forse, diversa da quella di coloro che in Africa si arresero a Cesare? Eppure, mentre a costoro si sarebbe fatta una colpa se si fossero uccisi, perché la loro vita era stata meno austera e meno rigidi erano stati i loro costumi, a Catone, invece, che dotato da natura di una straordinaria austerità, rafforzata con una sua incessante fermezza, sempre rimasto assoltamente fermo nel suo proposito, il dovere impose di morire piuttosto che vedere la faccia del tiranno.

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111. Ma se vi è qualcosa di decente, nessuna può esser certamente più della coerenza, di tutta la vita o di ogni singola azione; e questa non si potrebbe avere abbandonando la propria natura per mettersi ad imitare l’altrui. Come noi dobbiamo usare quella lingua che ci è materna, per non essere giustamente derisi, come accade a taluni che vi...

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110. Ognuno, quindi, deve tenere le qualità intrinseche, purchè non viziose, se vuol conservare nella vita quel decoro proprio del termine. E bisogna comportarsi non agendo minimamente contro la generale natura dell’uomo, anzi, rispettandola al massimo, dobbiamo seguir la nostra personale, in modo che, anche se altri abbiano altre qualità maggiori e migliori, noi misuriamo le nostre relativamente alla nostra...

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109. Poi ve ne sono, da questi molto diversi, d’animo schietto ed aperto, aborrenti dai sotterfugi e dagli agguati, amici della verità, nemici della frode: ed altri, i quali sosterrebbero qualunque travaglio, servirebbero a chiunque, pur di giungere al proprio intento, come vedevamo fare a Silla e a Marco Crasso. Per questo rispetto lo spartano Lisandro, uomo molto scaltro e...

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108. Molta grazia era in L. Crasso e in L. Filippo; maggiore, e in gran parte cercata, in L. Cesare di Lucio. Al contrario, nei loro contemporanei M. Scaltro e M. Druso, sebben giovane, singolare gravità; molta festevolezza in C. Lelio; nel suo amico Scip , mentre maggiore era l’ambizione e più serio il comportamento del suo amico Scipione. Sappiamo...