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Il senato e il popolo romano, in mio onore, designarono I miei figli, Gaio e Lucio Cesare, che la sorte mi strappò in giovane età, consoli all’età di quattordici anni, perché rivestissero tale magistratura dopo cinque anni. Il senato decretò che partecipassero ai dibattiti di interesse pubblico dal giorno in cui furono accompagnati nel Foro. Inoltre i cavalieri romani, tutti, vollero che entrambi avessero il titolo di principi della gioventù e che venissero loro donati scudi e aste d’argento.

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