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47. Per tal motivo pare evi dente che, se alcuno avesse occupata la cosa lasciata in abbandono dal proprietario, subito egli diventa padrone. Sì ritiene poi lasciato in abbandono ciò che il padrone gettò con l’intenzione di non volere che fosse tra le cose sue; e perciò subito cessa di essere del padrone. 48. Diversamente sì deve dire per quelle cose che si gettano in una tempesta di mare, per sollevare la nave: (17) queste infatti restano dei loro padroni, perché è manifesto che non si gettano con l’intenzione di non volerle avere, ma piuttosto al fine di fuggire con la stessa nave il perìcolo del mare. Per la qual causa se alcuno togliesse tali cose rigettate dai flutti, oppure le prendesse nello stesso mare con l’intenzione di lucrarvi, commetterebbe un furto. Né pare esservi molta differenza da quelle cose, che ca dono dal cocchio che corre, senza che se ne accorgano i padroni.

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