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10. Se il patrono dica di essere disprezzato dal liberto, o si lamenti del suo contegno ingiurioso, o dica di aver egli sofferto da lui villania, o che sia stata patita dai propri figli o dalla moglie ovvero esponga qualche cosa di simile, si suole adire il Prefetto della città che, secondo il tenore della querela, corregge, minaccia, castiga con le verghe o procede a pena maggiore. Certo, se il patrono mostri che il liberto fu suo delatore, o che cospirò contro di lui con i suoi nemici, si deve applicare la condanna anche alle miniere.