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Persino alle follie e alle crudeltà estreme di un uomo, del quale fu detto che sfogava abitualmente per nulla la propria malvagità e crudeltà, fu premessa una ragione: “perché nell’inattività – dice il suo storico – non s’intorpidisse la mano o lo spirito”. Domandati anche questo: a che scopo? perché questo? Evidentemente per ottenere mediante la pratica dei delitti e una volta padrone della città onori, potere, ricchezze; per liberarsi dal timore delle leggi e dalle angustie che gli derivavano dall’esiguità del patrimonio e dal rimorso dei delitti . Dunque neppure Catilina amò i propri delitti, ma altro: lo scopo, cioè, per cui li commetteva.

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