17. 24. “Tutto ciò è vero, ammettono. Però Mosè non pensava a quei due enti, quando, illuminato dallo Spirito Santo, diceva: In principio Dio creò il cielo e la terra . Col nome di cielo non designò la creatura spirituale o intellettuale, che sempre contempla il volto di Dio ; né col nome di terra designò la materia informe”. Cosa intese dunque? “Ciò che noi diciamo quel grande pensò e ciò espresse con queste parole”. Ossia? “Col nome di cielo e terra volle designare anzitutto in modo generico e conciso l’intero mondo visibile, per poi ripartire, con l’enumerazione dei giorni, quasi per articoli, il complesso delle cose che piacque allo Spirito Santo di riferire così. Il popolo rozzo e carnale cui si rivolgeva  era composto di persone alle quali, secondo il suo giudizio, non si potevano presentare delle opere del Signore che le sole visibili”. Invece per la terra invisibile e confusa, e l’abisso tenebroso, da cui si sviluppa organicamente l’intero mondo visibile a tutti noto, creato e ordinato in quei giorni, costoro ammettono che non sia assurdo vedervi la materia informe, di cui ho parlato.

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