31. 43. Un’altra malizia l’ha il giorno, e volesse il cielo che questa gli bastasse! Noi restauriamo i danni che ogni giornata infligge al corpo, con cibo e bevanda, finché tu distruggerai e cibo e ventre, estinguendo il mio bisogno con una meravigliosa sazietà e rivestendo questo corpo corruttibile di un’incorruttibilità sempiterna. Per ora mi è dolce questa necessità e lotto contro la sua dolcezza per non caderne prigioniero, combatto una guerra quotidiana attraverso digiuni, riducendo di solito ilmio corpo in schiavitù, e scaccio i miei dolori col piacere. Infatti la fame e la sete sono anch’esse una sorta di dolore, bruciano e uccidono come la febbre, se non intervenga il rimedio del cibo; e poiché il rimedio è a portata di mano grazie al conforto dei tuoi doni, in cui terra, acqua e cielo lavorano per la nostra debolezza, questa sventura si chiama delizia.

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