Traductor_It_Felice_Massaro

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Ma tra l’uomo e la bestia c’è soprattutto la grande differenza che la bestia, solo pperché è stimolata dal senso, conforma le sue attitudini a ciò che le è presente nello spazio e nel tempo, poco o nulla ricordando del passato e presentando del futuro.

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L’uomo, invece, essendo partecipe della ragione (in virtù di questa egli deduce le conseguenze, vede le cause efficienti, non ignora quelle occasionali, e, oso dire, antecedenti, confronta tra loro i casi simili, e alle cose presenti collega strettamente le future), l’uomo, dico, vede facilmente tutto il corso della vita e prepara in tempo le cose necessarie a ben condurla.

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Oltre a ciò la natura, con la forza della ragione, concilia l’uomo all’uomo in una comunione di linguaggio e di vita; soprattutto genera in lui un singolare e meraviglioso amore per le proprie creature; spinge la sua volontà a creare e a godere associazioni e comunità umane, e sollecita le sue energie a procacciarsi tutto ciò che occorre al sostentamento e al...

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Ma soprattutto è propria dell’uomo l’accurata e laboriosa ricerca del vero. Ecco perché, quando siamo liberi dalle occupazioni e dalle ansie inevitabili della vita, allora ci prende il desiderio di vedere, di udire, d’imparare, e siamo convinti che il conoscere i segreti e le meraviglie della natura sia la via necessaria per giungere alla felicità.

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Poi si studia o si riflette attentamente, se ciò che si decide giovi alla comodità e alla piacevolezza della vita, agli averi, agli agi, al prestigio, al  potere, tutte cose utili a noi e ai nostri familiari; e questa valutazione rientra tutta nell’ambito dell’utilità.

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La terza specie di dubbio si ha quando ciò che sembra utile entra in conflitto con l’onesto: quando pare, infatti, che per un verso l’utilità ci trascini a sé e l’onestà per contro ci richiami a sé, allora l’animo nel prendere una decisione si divide e produce una profonda incertezza nel pensiero.

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Ora, questa divisione, benché sia gravissimo difetto trascurare qualcosa nel valutare un argomento, trascura ben due elementi: giacché non si è soliti, difatti,  decidere soltanto se un obiettivo sia onesto o disonesto, ma, posti dinanzi a due obiettivi onesti, decidere anche quale dei due sia più onesto; e allo stesso modo, di fronte a due obiettivi utili, decidere quale dei due sia più...

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Si ritiene così che quella materia, che (Panezio) ritenne di natura triplice, deve invece distribuirsi in cinque parti.  Prima di tutto, dunque, si dovrà ragionare dell’onestà, ma sotto due aspetti; poi, con lo stesso metodo, dell’utile; infine si dovranno confrontare tra loro questi due principi.

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Anzitutto, la natura ha dato ad ogni essere vivente l’istinto di conservare se stesso nella vita e nel corpo, schivando tutto ciò che può recargli danno e cercando ansiosamente tutto ciò che serve a sostentare la vita, come il cibo, il ricovero e altre cose dello stesso genere.

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Tre punti si devono quindi considerare, secondo Panezio, nel prendere una decisione.  Prima di tutto ci si pone il quesito se l’oggetto della nostra decisione sia onesto o disonesto; e appunto in questa indagine spesso gli animi si dividono in opposti pareri.