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Nel mio sesto e settimo consolato, dopo aver sedato l’insorgere delle guerre civili, assunto per consenso universale il potere supremo, trasferii il governo della repubblica dalla mia persona al senato e al popolo romano. In segno di riconoscenza per questo mio atto, mi fu dato il titolo di Augusto per delibera del senato e, per ordine dello Stato, la porta della mia casa fu ornata con rami d’alloro, alla mia porta fu affissa una corona civica e nella Curia Giulia fu posto uno scudo d’oro la cui iscrizione attestava che il senato e il popolo romano me lo davano per il mio valore, per la mia clemenza, la mia giustizia e pietà. Dopo ciò, sovrastai tutti per autorità, ma non ebbi potere più ampio di quelli che mi furono colleghi in ogni magistratura.

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