47 Dopo costui, furono di massima autorità Ateio Capitone, che seguì Ofilio, e Antistio Labeone, che fu allievo di tutti questi ma venne introdotto agli studi da Trebazio. Tra costoro Ateio fu console; Labeone, pur essendogli stato offerto da Augusto il consolato affinché fosse eletto come supplente, non volle accettare la carica, ma si dedicò moltissimo agli studi. Aveva diviso l’intero l’anno in modo da stare a Roma sei mesi con gli studiosi, e da ritirarsi sei mesi dedicandosi a scrivere libri. Cosicché lasciò quattrocento volumi, moltissimi dei quali vengono ancora arrotolati e srotolati tra le mani (dei lettori). Questi due giuristi per la prima volta diedero vita a una sorta di circoli differenti (di seguaci): infatti Ateio Capitone perseverava in ciò che gli era stato tramandato, Labeone, per la qualità dell’ingegno e per la fiducia nella (propria) dottrina, essendosi dedicato anche ad altri campi del sapere, cominciò a innovare in moltissime cose.

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