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3. Barbario Filippo, servo fuggitivo, chiese la Pretura di Roma e l’ottenne; e Pomponio dice che la servitù non gli fu di ostacolo, come se non fosse stato Pretore. Ad ogni modo è vero ch’egli resse la pretura: vogliamo vedere se tuttavia debba dirsi che il servo abbia bene disimpegnata la dignità pretoria fino a che s’ignorò la sua condizione? Se i suoi editti, i suoi decreti, non abbiano avuta alcuna importanza, oppure debbano averla in vantaggio di quelli che li invocarono da lui in forza di legge o di altro diritto? Veramente io credo che nessuno di essi si possa respingere. Infatti, questa decisione è più equa, mentre poteva anche il popolo romano decretargli tal potestà; e se avesse saputo che era servo, lo avrebbe reso libero. La qual soluzione giuridica si deve a maggior ragione osservare nel caso che la nomina venga fatta dall’Imperatore.

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