Ariovisto chiese che si parlasse senza scendere da cavallo e che ciascuno portasse con sé dieci uomini. Quando giunsero sul posto, Cesare iniziò il suo discorso ricordando i benefici resi ad Ariovisto da lui e dal senato: era stato definito re e amico, gli erano stati inviati doni in abbondanza. Onori del genere toccavano a poche persone ed i Romani, di solito, li concedevano in considerazione di servigi eccezionali; Ariovisto, invece, pur non avendo né titoli, né motivo per pretendere simili privilegi, li aveva ottenuti grazie al favore e alla liberalità sua (di Cesare) e del senato.

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