Rifiutai dunque un simile misfatto, ma ancora una volta non in nome della tua illibatezza, Dio del mio cuore , perché non sapevo amarti, non sapendo pensare a uno splendore privo di corpo: e un’anima che sospira dietro a simili immaginazioni non tresca forse lontano da te, non poggia su falsità, non nutre i venti ? Non volevo certamente che s’immolassero vittime per me ai demòni; io stesso però m’immolavo a loro mediante la mia superstizione: e che altro è “nutrire i venti”, se non nutrire i demòni, offrire cioè ad essi col proprio errore motivi di godimento e derisione?

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