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6. 7. Ma perché, o lume di verità, cui avvicino il mio cuore nel timore che i suoi insegnamenti siano fallaci; dissipane le tenebre e dimmi, ti supplico per la madre carità, ti supplico, dimmi: perché soltanto dopo la menzione del cielo e della terra invisibile e confusa, e delle tenebre sovrastanti l’abisso, soltanto allora la tua Scrittura ha menzionato il tuo spirito? Forse perché conveniva introdurlo così, dicendolo portato sulle acque? Non si poteva dirne questo senza menzionare prima la cosa su cui si potesse immaginare trasportato il tuo spirito, che non era portato sopra il Padre né sopra il Figlio, né l’espressione sarebbe corretta, se fosse portato sopra nulla. Quindi bisognava prima citare la cosa su cui era portato, poi lui, che non conveniva menzionare senza dire che era portato su qualcosa. Ma perché non conveniva introdurlo senza dire che era portato su qualcosa?

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