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22. 31. Alle due ultime opinioni si potrebbe tentare di opporre quanto segue: “Se non ammettete che si veda designata col nome di cielo e terra la materia informe, esisteva dunque qualche cosa non creata da Dio e da lui impiegata per creare il cielo e la terra. La Scrittura infatti non ha raccontato la creazione di una tale materia per opera di Dio, a meno d’intendere che la disegnò con i vocaboli di cielo e terra, o soltanto terra, là dove si dice: In principio Dio creò il cielo e la terra . E quanto al seguito: La terra era invisibile e confusa , se anche fosse piaciuto alla Scrittura di designare così la materia informe, non la possiamo intendere diversa da quella che Dio creò dov’è scritto, prima: creò il cielo e la terra”. All’udire questi argomenti, gli assertori delle due ultime opinioni da noi esposte, dell’una come dell’altra, risponderanno dicendo: “Non neghiamo davvero la creazione di questa materia informe ad opera di Dio, da cui derivano tutte le cose buone assai . Se affermiamo che un ente creato e formato è un bene superiore, ammettiamo però che un ente creabile e formabile sia un bene inferiore, eppure un bene. Quanto al silenzio della Scrittura sulla creazione della materia informe da parte di Dio, essa tace anche di molte altre, ad esempio dei Cherubini e Serafini , dei Troni, Dominazioni, Principati, Potestà , distintamente elencati dall’Apostolo, che pur sono senza dubbio tutte opere di Dio. Se poi nelle parole: creò il cielo e la terra, fossero comprese tutte le cose, che dire delle acque, sopra le quali era portato lo spirito di Dio ? Se s’intendono comprese nel nome di terra, come ammettere ormai per il nome di terra la materia informe, quando la vista delle acque è tanto bella? O, se s’ammette, perché fu descritta la creazione dalla stessa materia informe del firmamento, che fu chiamato cielo , e non delle acque? Oggi non sono informi e invisibili queste acque che vediamo scorrere così armoniosamente belle. Che se poi ricevettero tanta bellezza allorché disse Dio: “Si raccolga l’acqua che sta sotto il firmamento”  e quindi raccogliendosi presero forma, cosa si risponderà per le acque che stanno sopra il firmamento ? Rimaste senza forma, non avrebbero meritato una sede tanto onorevole; d’altra parte non c’è scritta la parola con cui furono formate. Perciò, se di qualcosa la Genesi non riferisce la creazione ad opera di Dio, mentre non ne è dubbia per una fede sana e un’intelligenza salda la creazione ad opera di Dio, e qualsiasi dottrina seria non oserà sostenere la coeternità di queste acque con Dio per il fatto che nel libro della Genesi le vediamo sì menzionate, ma senza trovare il momento in cui furono create; perché non intendere, sotto la guida della verità, che anche la materia informe, definita da tale scrittura terra invisibile e confusa, e abisso tenebroso, fu da Dio creata dal nulla, e quindi non è coeterna con lui, sebbene il racconto scritturale abbia omesso di riferire quando fu creata?”.

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