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17. 25. Però non potrebbero altri sostenere che la stessa idea di materia informe e disordinata fu introdotta all’inizio, col nome di cielo e terra, poiché da essa fu tratto e perfezionato questo mondo visibile con tutti gli oggetti che vi appaiono così distintamente, che spesso si usa designare col nome di cielo e terra? E ancora, non potrebbero altri sostenere che cielo e terra non fu chiamata a sproposito la natura invisibile e visibile, e che quindi in questi due vocaboli è compresa l’intera creazione effettuata da Dio nella Sapienza, ossia in principio? Però, poiché tutte le cose non furono tratte dalla sostanza medesima di Dio, bensì dal nulla , non avendo esse la medesima sostanza di Dio, ma essendovi in ognuna una certa possibilità di mutare, sia che restino stabili, quale l’eterna dimora di Dio, sia che mutino, quale l’anima e il corpo dell’uomo; quindi la materia comune di tutte le cose invisibili e visibili, materia ancora informe ma certamente formabile, da cui dovevano uscire cielo e terra, ossia la creazione invisibile e visibile, in entrambi i casi già formata, sarebbe stata riferita con i nomi che incontriamo di terra invisibile e confusa, e di tenebre sopra l’abisso . Si dovrebbe anzi intendere distintamente per terra invisibile e confusa la materia corporea anteriore alla determinazione formale, e per tenebre sopra l’abisso la materia spirituale anteriore all’arginamento della sua, diciamo così, spropositata fluidità e alla sua illuminazione da parte della Sapienza.

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