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38. 63. Indigente e povero io sono; qualcosa di meglio, quando in un gemito segreto, disgustato di me stesso, cerco la tua misericordia. E così fino a quando io sia rifatto nei miei difetti e perfetto per la pace che l’occhio del presuntuoso ignora. Ma le parole che escono dalla nostra bocca, e le azioni che la gente viene a conoscere costituiscono una tentazione pericolosissima ad opera dell’amore di lodi, che, per ottenere una misera eccellenza personale, raccoglie consensi mendicati. È una tentazione che sussiste anche quando la disapprovo dentro di me, e proprio nell’atto di disappprovarla. Spesso per colmo di vanità ci si gloria del disprezzo stesso in cui si tiene la vanagloria: allora non ci si gloria più del disprezzo per la gloria, perché non la si disprezza, gloriandosi.

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