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Io soprattutto mi stupivo, allorché con uno sforzo rievocavo il lungo tempo passato dal momento in cui, diciannovenne, avevo cominciato a infervorarmi nella ricerca della sapienza, progettando di abbandonare, appena l’avessi scoperta, tutte le speranze fatue e i fallaci furori delle vane passioni. Ed eccomi ormai trentenne, vacillante ancora nella medesima mota, avido di godere del presente fugace e dispersivo, mentre mi andavo dicendo: “Domani troverò. Ecco che il vero mi si manifesterà chiaramente, e l’afferrerò; ecco che verrà Fausto e mi spiegherà tutto. O accademici, spiriti grandi, nessuna certezza si può davvero raggiungere a guida della vita. Ma no, cerchiamo con maggiore diligenza anziché disperare. Ecco ad esempio che quelle che sembravano assurdità nei libri ecclesiastici, non lo sono più: è possibile intenderle in maniera diversa e degna. Prenderò dunque come appoggio ai miei passi il gradino ove fanciullo mi posero i genitori, finché mi si riveli chiaramente la verità. Ma dove cercarla? quando cercarla? Non ha tempo Ambrogio, non abbiamo tempo noi per leggere, e poi, anche i libri dove cercarli? da chi e quando ottenerli, a chi chiederli? Riserviamo del tempo e assegniamo alcune ore alla salvezza dell’anima. Una grande speranza è spuntata: gli insegnamenti della fede cattolica non sono quali li pensavamo, le nostre accuse erano inconsistenti. I suoi esperti conoscitori reputano un’empietà il credere Dio chiuso nel profilo di un corpo umano; e noi dubitiamo a bussare perché ci si schiudano le altre verità ? Le ore del mattino sono occupate dalla scuola; nelle altre cosa facciamo? Perché non impiegarle in quest’opera? Ma quando andremmo a ossequiare gli amici importanti, di cui ci occorre l’appoggio, quando prepareremmo le dissertazioni da smerciare agli alunni, quando, anche, ci ristoreremmo, rilassando lo spirito dopo la tensione delle occupazioni?

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