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Infine, chi chiedeva a un certo Mani di scrivere anche su cose che non occorre conoscere per imparare la pietà? Tu dicesti all’uomo: “Ecco, pietà è sapienza”. Quindi egli poteva ignorare la pietà, pur conoscendo alla perfezione le altre nozioni. Senonché, avendo l’audacia sfrontatissima d’insegnare queste ultime senza conoscerle, tanto meno poteva conoscere la prima. È pure vanità esibire la scienza mondana anche quando la si possiede, e invece pietà riconoscerla come tua. Perciò il suo molto parlare, a sproposito, su tali argomenti aveva questo fine: che, confutato da persone davvero istruite in materia, si rivelasse qual era la sua perspicacia in argomenti più astrusi. Lungi dal cercare di essere negletto dagli uomini, tentò di far credere che lo Spirito Santo, consolazione e ricchezza dei tuoi fedeli, risiedeva in lui di persona con la pienezza della sua autorità. Perciò, quando si coglievano flagranti errori nella sua teoria sul cielo, le stelle e i movimenti del sole e della luna, argomenti certo estranei all’insegnamento religioso, ne risultava tuttavia con sufficiente chiarezza l’empietà dei suoi tentativi. Egli esponeva nozioni che non solo ignorava, ma erano anche false, con un orgoglio a tal punto insensato, che si sforzava di attribuirle alla propria persona come divina.

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