Digestorum2

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Di tale diritto a ragione taluno ci dirà sacerdoti, poiché coltiviamo la giustizia e professiamo la scienza del buono o del giusto, separando il giusto dall’ingiusto, facendo distinzione fra il lecito e l’illecito, desiderando render gli uomini buoni non solamente col timor delle pene ma, invero, con l’incoraggiamento dei premi, aspirando alla vera, se non m’inganno, non alla falsa filosofia.

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Cuius merito quis nos sacerdotes appellet: iustitiam namque colimus et boni et aequi notitiam profitemur, aequum ab iniquo separantes, licitum ab illicito discernentes, bonos non solum metu poenarum, verum etiam praemiorum quoque exhortatione efficere cupientes, veram nisi fallor philosophiam, non simulatam affectantes.