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25. 35. Guarda, ottimo giudice, Dio, Verità persona , guarda la mia risposta a questo contradittore, guarda. Parlo davanti a te e davanti ai miei fratelli che fanno un uso legittimo della legge secondo il suo fine, la carità . Guarda e vedi la mia risposta, se ti piace. A costui rivolgo queste parole fraterne e pacifiche: “Se entrambi vediamo la verità della tua asserzione ed entrambi vediamo la verità della mia, dove la vediamo, di grazia? Certo non io in te, né tu in me, ma entrambi proprio nella verità immutabile, che sta sopra le nostre intelligenze. Ora, se non disputiamo su questa luce del nostro Signore Dio, perché dovremmo disputare sul pensiero del nostro prossimo, che neppure possiamo vedere come la verità immutabile? Se Mosè ci fosse apparso di persona e ci avesse detto: “Questo fu il mio pensiero”, lo crederemmo senza vederlo. Perciò evitiamo di gonfiarci d’ira per l’uno contro l’altro a proposito di ciò che fu scritto . Amiamo il Signore Dio nostro con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la nostra mente, e il nostro prossimo come noi stessi . Non credendo che in nome di questi due precetti d’amore Mosè pensò tutto ciò che pensò mentre scriveva i suoi libri, renderemo il Signore menzognero , poiché attribuiremo al suo servo e nostro compagno una disposizione d’animo diversa dagli insegnamenti divini. Ora, considera quale sia la stoltezza di chi afferma avventatamente, fra tanta abbondanza di idee verissime ricavabili da quelle parole, che Mosè ne ebbe in mente una in particolare; e offende con dispute dannose la carità, che è il fine preciso per cui disse tutto ciò che disse colui, del quale ci sforziamo di spiegare il discorso”.