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Ariovisto, informato dell’arrivo di Cesare, gli manda degli ambasciatori: il colloquio sollecitato in precedenza poteva, per quanto lo riguardava, aver luogo, perché Cesare si era avvicinato ed egli stimava di non correre pericolo. Cesare non respinge la proposta, perché riteneva ormai che Ariovisto avesse riacquistato il buon senso, visto che offriva spontaneamente ciò che prima aveva negato, quando ne era stato richiesto.