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Successivamente, essendosi in qualche modo ingrandita la città, si tramanda che lo stesso Romolo abbia diviso il popolo in trenta parti, che chiamò Curie, appunto perché espletava la cura della cosa pubblica attraverso le deliberazioni di tali parti. Così egli stesso propose al popolo alcune leggi curiate; ne proposero anche i Re che seguirono. Tali leggi, tutte scritte, restano conservate insieme nel libro di Sesto Papirio, il quale fu uno tra gli uomini preminenti ai tempi in cui visse Tarquinio il Superbo, figlio di Demarato di Corinto. Tale libro, come abbiamo detto, è chiamato Diritto civile Papiriano non perché Papirio vi aggiunse qualcosa di suo, ma perché mise insieme, in unità, leggi approvate senza ordine.

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