Cellule staminali a Brescia – Prima di copertina

In alto

Nella prima riga è riportata una delle tante affermazioni di Lorenzin non rispondenti al vero. A Brescia non è stata infusa neppure una sola cellula nel cervello.

 

Al centro

Sono stati riportati stralci di due articoli.

Il primo, pubblicato da la Repubblica il 25 aprile 2014, si sofferma sulla “truffa Stamina”.

“La biologa pentita del metodo Stamina” lascia intendere, appunto, che la biologa di Stamina si fosse pentita. I giornalisti sanno benissimo che molto spesso la lettura di un articolo si limita al titolo. Solo nell’articolo si precisa che la biologa “regina” era unicamente Erica Molino e “la pentita” era unicamente l’ex fidanzata di Davide Vannoni. Pentita di che?

La notizia succulenta si ritrova sulle pagine italiane di Internet 17.700 volte. Una stessa testata la pubblicò più volte. L’ex avrebbe rivelato a Guariniello che la biologa di Stamina utilizzava l’acido retinoico per la coltura delle cellule. I giornalisti e la stessa Procura non ci pensarono due volte a concludere che si trattava di una componente delle creme per la pelle, quindi di una truffa ecc., ecc., ecc.

L’altro articolo fu pubblicato il 19 febbraio 2015. Dopo un anno si annuncia una “grande scoperta” dell’Università di Siena, pubblicata sulla rivista internazionale Stem cells: l’acido retinoico dà il via alla differenziazione cellulare.

Ovviamente nessuno si ricordò della truffa e, ancora oggi, sul termine Stamina, costantemente presidiato, non è possibile apportare alcuna modifica documentata neppure su Wikipedia che, per molti termini, si sta trasformando in un letamaio.

Provate a lasciare qualche nota sulla voce “Garibaldi” magari documentando che si comportò da invasore spietato e che, quanto meno, avrebbe potuto accogliere le suppliche dei parenti restituendo le teste mozzate ora al museo Lombroso di Torino. Non è possibile. Su Paperino, sulla barbabietola, su Petrarca o su Boccaccio si può aggiungere tutto ciò che si vuole.

 

 Il sottotitolo “dal sequestro al dissequestro”

La Corte di Appello di Torino, cinque anni dopo il sequestro delle cellule, con sentenza n. 4625/19, smonterà la chilometrica lista di imputazioni redatta da Guariniello. Per quanto atteneva le cellule staminali prodotte e infuse a Brescia, assolse i medici con formula piena ordinando il dissequestro delle cellule.

I medici avevano respinto il patteggiamento offerto. Rinunciarono anche alla declaratoria di estinzione per i “reati”, ovvero per le infusioni risalenti al periodo precedente il 2011. 

Questo libro digitale viene distribuito gratuitamente. Può essere anche duplicato ma non modificato. 

In linea con le nuove direttive europee sul diritto d’autore, tese a proteggere appieno la libertà di espressione online dei cittadini dell’UE anche a fini di ricerca e di critica, ho riportato brevi estratti video e articoli di varie testate.

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